In un periodo storico nel quale l’attenzione alla qualità e alla sostenibilità è molto alta, c’è allo stesso tempo molta confusione attorno alle varie forme di produzione vinicola genuina. Proviamo quindi a fare un po’ di chiarezza sui vari approcci che la caratterizzano. Qual’è la differenza tra i vini bio, biodinamici, e organici? Condividono i medesimi valori fondativi, cioè il rifiuto di utilizzare sostanze chimiche, l’attenzione all’ambiente, la rotazione delle colture; ma si differenziano perché regolamentate in modo differente.
Che cos’è il vino biologico
Inizialmente si poteva parlare solamente di “vino prodotto con uve da agricoltura biologica”. Grazie ai nuovi regolamenti oggi è tutta la produzione del vino a essere gestita da norme ben precise. Possono utilizzare il logo Bio solo i produttori che utilizzano solamente uve coltivate con metodi di agricoltura biologici. Senza sostanze chimiche e senza Ogm; oppure quelli che effettuano la vinificazione utilizzando solo i prodotti enologici. Seguendo processi che evitano l’aggiunta di sostanze chimiche usate abitualmente per correggere il vino.
Che cos’è il vino biodinamico
Il vino biodinamico è ottenuto da agricoltura biodinamica. Pur non essendo ancora riconosciuta a livello legislativo, questa tipologia di agricoltura è regolamentata dall’associazione Demeter. Mira ad allontanare completamente la chimica e a ridurre al minimo l’uso di macchinari: l’agricoltura biodinamica si basa sul rispetto del corso della natura e sull’utilizzo di preparati biodinamici in determinate fasi dell’anno. Il risultato saranno piante naturalmente sane, di alta qualità e in grado di difendersi autonomamente dai parassiti. Così come il vino biologico, anche il vino biodinamico non azzera i solfiti ma li limita maggiormente.
Che cos’è il vino naturale
I vini naturali sono realizzati senza additivi chimici né manipolazioni o aggiunte da parte dell’uomo. Anche in questo caso, tuttavia, esistono alcune sfumature: le vigne, tutte a bassa resa, sono trattate ma solo con sostanze naturali come zolfo e rame, ridotte al minimo. Anche se non dovrebbero essere aggiunti a quelli che si sviluppano naturalmente durante la fermentazione alcolica, se si verificano annate particolarmente carenti i solfiti possono essere utilizzati ma in quantità minime.
Le differenze
La principale differenza tra questi vini è che il bio ha una valenza legale differente rispetto al biodinamico e al naturale. La certificazione biologica, infatti, è regolamentata da leggi italiane ed europee. L’ultimo intervento dell’Unione Europea in materia è l’approvazione del Regolamento 834/07, che ha definito in modo più preciso in che cosa consistono i metodi di produzione biologici. Ha inoltre reso obbligatoria la certificazione dei prodotti presso uno degli organismi di controllo privati.
Se siete interessati a provare queste tipologie di vino vi propongo dei prodotti buoni ed ecologici, fatemi sapere cosa ne pensate se li proverete, o se li avete già provati!
Buona giornata! Ilde