Azienda Agricola Petrucco – visita in cantina

Azienda Agricola Petrucco - Degustazione in cantina
Degustazione in cantina – Azienda Agricola Petrucco

Ciao a tutti,

Questa settimana sono andata a visitare l’azienda agricola Petrucco a Butrio in Monte, nel cuore della zona DOC dei Colli Orientali del Friuli. Una location meravigliosa da dove, nelle giornate limpide, si scorge la costa istriana ed il mare.
Oggi nella villa dell’azienda ci abitano Lina e Paolo Petrucco una coppia meravigliosa di ultra ottantenni che accolgono i visitatori con tanto calore e serenità.

Le Origini

La famiglia Petrucco acquista l’azienda negli anni 70; il primo imbottigliamento avviene nel 1981; negli anni precedenti, il vino fatto veniva tenuto sfuso e consumato con parenti ed amici; infatti per i primi dieci anni di proprietà la famiglia Petrucco considerava la tenuta come la casa di campagna dove rilassarsi e passare del tempo con famiglia ed amici lontano dal caos cittadino.

L’azienda oggi

Oggi l’azienda conta 35 ettari di terreno di cui 16 vitati; i vitigni sono situati su un raggio di due chilometri attorno all’azienda su terreni che prendono il nome di “ponca”; si tratta di terreni molto ricchi sia di sali minerali che di microelementi e sono molto adatti alla coltivazione della vite; in vigna tra i filari c’è l’erba; è stato scelto di lasciare l’erba  per vari motivi, tra i più importanti ci sono:

  • tutela del terreno: quando passa il trattore l’erba fa da cuscinetto e quindi il passaggio della macchina non rovina il terreno
  • le radici dell’ erba aprono dei canali nel terreno che portano ossigeno al terreno stesso e quindi alla vite
  • in caso di pioggia le radici permettono all’acqua di drenare velocemente.

Nelle annate di siccità si può decidere (dipende dalle annate) di eliminare l’erba a filari alterni per far si che le sostanze nutritive del terreno vengano “mangiate” dalla vite e non dall’erba che in quanto viva ha bisogno di nutrirsi.

I vitigni

Le viti di Petrucco, essendo tutte in collina, sono coltivate a fusto basso (altezza massima 90 centimetri); la distanza tra una pianta e l’atra è di circa 80 cm e la distanze tra i filari e di circa 2,5 metri. Per ogni ettaro di terreno di sono circa 5,500 piante e la resa per pianta è di circa 1 kg; la resa è tenuta volutamente bassa per preservare la qualità dell’uva stessa e di conseguenza del vino prodotto.

La cantina produce sia vini bianchi che rossi e attualmente la vendemmia è manuale; sono state fatte delle prove meccaniche sulle uve rosse (quelle bianche sono più delicate e vanno maneggiate con cura) ma per ora si è deciso di continuare manualmente anche perché una macchina raccoglie 80 quintali di uva all’ora contro i 50kg di un essere umano e la cantina deve essere adeguatamente strutturata per ricevere e lavorare l’uva velocemente.

La vinificazione

Per i vini bianchi, una volta raggiunga la cantina, le uve vengono pressate (con presse ad aria) in modi soffice (massimo 2 atmosfere; vi ricordo che i vecchi torchi pressavano fino a 150 atmosfere…).
Attraverso un impianto fatto di tubi raffreddati, il mosto passa dalla dalla pressa alle vasche di acciaio dove viene lasciato riposare per 15/20 ore; passato questo lasso di tempo, il mosto viene pulito dalle fecce grosse e lasciato ulteriormente riposare nelle fecce fini, quindi filtrato ed imbottigliato.

Per i vini rossi invece, con un macchinario apposito gli acini vengono diraspati e leggermente schiacciati dopo di che spostati nelle vasche di acciaio dove inizia la fermentazione. Durante la fase di fermentazione, le bucce (più leggere) tendono a formare un cappello nella parte alta del serbatoio;  3 volte al giorno con un’apposita pompa, le bucce vengono riportate in basso e mescolate al mosto; questo processo permette a tutte “le sostanze buone delle bucce” di restare a contatto con il mosto al fine di ottenere un prodotto di qualità.

Una volta finita la prima fermentazione, vengono tolte le fecce grosso e il vino viene  lasciato in acciaio per la seconda fermentazione.

I vinaccioli

Un discorso a parte va fatta per i vinaccioli… prima di tutto va detto che loro durante la fermentazione restano sul fondo della vasca perché pesano; facendo un rapido calcolo. .. per ogni acino ci sono due vinaccioli; un grappolo medio di uva ha circa 150 acini il che vuol dire 300 vinaccioli… pensate che su un kg di uva, i vinaccioli pesano circa 150 grammi…vi lascio immaginare quanti ce n’è in una vasca che contiene diversi ettolitri di vino!

Altra cosa molto importante… il loro sapore… vi è mai capitato di masticarne uno quando mangiate l’uva? Se no… fatelo se si, sapete che non sono proprio buoni… sanno di legno e quel sapore può incidere parecchio sul sapore del vino; in particolare se l’uva viene raccolta non totalmente matura, i vinaccioli sono ancora verdi e se lasciati nel vino in fase di fermentazione per troppo tempo vanno a creare un sapore “tannico verde” che non migliora con il passare del tempo; quindi vanno tolti entro 4/5 giorni dall’inizio della fermentazione.

L’affinamento

Tutti i rossi, ad un anno dalla vendemmia, fanno 12 mesi in botti e barrique nuove ed usate (dal quarto al quinto anno in poi)
Per la  linea riserva  invece, il Merlot ed il Refosco in barrique ci restano dai 18 ai 24 mesi (dipende dagli anni) mentre il Pignolo 36 mesi e dopo l’ imbottigliamento riposa per un ulteriore anno e mezzo in apposti cestoni; in cantina hanno appena etichettato il Pignolo vendemmiato nel 2013; mentre il 2014 non è stato fatto perché l’annata è stata piovosa e l’uva non era all’altezza.

Curiosità

come si conservano le botti e le barrique quando non vengono usate? Vengono lavate con l’acqua usando un apposita macchia con getto a pressione; si asciuga con dischetti di zolfo che vengono bruciati all’interno; poi, per mantenere la botte “in salute”  regolarmente (la frequenza dipende dalla misura della botte) si brucia un dischetto di zolfo al suo interno. Prima di riutilizzare la botte, viene lavata con acqua fredda al fine di “gonfiare” il legno.

Imbottigliamento

La cantina Petrucco ha deciso di acquistare l’attrezzatura per l’imbottigliamento nel 2000; prima di allora usava le aziende mobili; aziende che esistono tutt’ora e  che hanno il macchinario su un camion (Il Friuli Venezia Giulia è stata la prima regione ad offrire questo servizio su tutta l’Italia) come dicevo, nel 2000 la cantina ha deciso di avere un impianto proprio principalmente per supportare il mercato estero che ha delle esigenze specifiche; infatti ogni nazione ha delle regole ben precise legate all’importazione.

Prima di iniziare con l’imbottigliamento, tutto l’impianto viene sterilizzato, dopo di che le bottiglie vengono lavate con acqua dell’acquedotto micro filtrata; asciugate con aria compressa e quindi riempite con il vino.

Dopo il tour in cantina, ho avuto l’onore di fare alcuni assaggi abbinati ad un buon piatto di salumi e formaggi; in particolare ho bevuto il Pinot Bianco (vino sottovalutato ma, secondo me di grande qualità), la Ribolla Gialla ed il Refosco dal Peduncolo rosso Ronco del Balbo (la linea riserva)

Vi consiglio vivamente di visitare la cantina; potrete godere della location e dei panorami ma soprattutto respirare l’amore e la passione che c’è in cantina e ovviamente assaggiare dell’ottimo vino!

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