Perché si chiama Ramandolo
il frammento più significativo è in arenaria e calcare con, scolpite in rilievo, due diverse forme circolari: una composta da sei cerchi concentrici e l’altra che disegna una sorta di ruota a sei raggi. Pare che entrambe le rappresentazioni vogliano indicare la ruota del sole; la ruota è un simbolo molto presente nelle sculture romane o nelle rappresentazioni celtiche. Il significato che se ne deduce è proprio di mondo, cambiamento e ritorno, nel succedersi delle stagioni, del giorno e della notte, della fecondità e dell’abbondanza.
Come si fa il Ramandolo?
Un tempo messo nei tini con bucce e raspi, il Ramandolo oggi è prodotto nel rispetto delle antiche tradizioni. Le viti sono allevate quasi sempre a “cappuccina”, mentre le uve sono vendemmiate, di norma ,verso la fine di ottobre permettendo così al frutto di concentrare un’adeguata quantità di zucchero. L’appassimento in cassette o sui graticci viene completato in cantina; la pigiatura avviene nella prima metà di novembre.
Il Ramandolo oggi è una vera e propria rarità: circa 150.000 le bottiglie prodotte ogni anno. E’ un vino di grande eleganza e versatile nell’abbinamento. si sposa perfettamente con la Gubana, il dolce tradizionale friulano ma è strepitoso con i formaggi stagionati ed erborinati e il foie gras.
Il Ramandolo è ideal anche come vino da meditazione.
Tutte le informazioni le trovi su SIRIO TOMMASOLI (Ragioni e origini del marchio Ramandolo) e dal sito www.orodiramandolo.it.
Cosa assaggiare
Ti consiglo il Ramandolo DOCG Uve Decembrine della cantina Giovanni Dri, è chiamato “Uve Decembrine” perché le uve vengono vendemmiate proprio tra la fine di Novembre e l’inizio di Dicembre quando la maturazione è molto evoluta. Un vino elegante che affina in barrique di rovere francese e che sono sicura, non ti deluderà.